La storia di un’anima: Chopin “Ballata” significa racconto, narrazione di una storia. Ma come può la musica sviluppare un racconto senza le parole? Chopin dà la sua personale, originalissima risposta con la Prima Ballata, al cui centro non c’è il tempo degli eventi esteriori, ma quello dell’anima. Tra meditazioni liriche e passi di bravura si dipana un tempo interiore fatto di presagi, trasalimenti, entusiasmi e cadute. Nella seconda parte della Ballata si accentua la dimensione epica: con impeccabile senso della forma Chopin conduce l’ascoltatore ad un finale memorabile che unisce l’eleganza dello stile, il movimento impetuoso e un impatto emotivo travolgente. E’ la romantica “epica dei sentimenti”, in cui l’oceano della vita interiore assume i toni grandiosi di un vasto poema. Chopin, Ballata n. 1 op. 23
Il Barocco tra pathos e illusione: Bach La musica di Bach è un mondo regolato e armonioso: le passioni e i sentimenti perdono il loro aspetto umano, per diventare le forze motrici di un universo sonoro. E’ un cosmo autosufficiente e perfetto, che regala emozioni straordinarie a chi sa entrarvi con il giusto silenzio interiore. Bach: Fantasia in do minore BWV 906
I labirinti dell’anima: Rachmaninov Dalle profondità dello spirito russo erompono sogni e immagini tradotte in suoni con visionaria lucidità: la musica si fa racconto interiore, romanzo dell’anima e, alla fine del pezzo, bruciante confessione, espressa nelle forme di una bellezza intangibile. Rachmaninov: Études-tableaux op. 39: n. 2
Il teatro del mondo: Mozart Nelle sonate di Mozart lo stile classico raggiunge il vertice della sua perfezione: la musica è chiara come un disegno, divertente come un’opera buffa, interessante come un discorso e varia come il grande spettacolo del mondo. Anche il pianoforte si trasforma in un teatro immaginario: i temi e le situazioni musicali entrano ed escono di scena, avvicendandosi su un ideale palcoscenico. Vivacità ed eleganza convivono nel segno di uno stile inconfondibile che unisce profondità e leggerezza. Mozart: Sonata in Re maggiore KV 311 (Allegro con spirito, Andante con espressione, Rondeau)
Il vento della catastrofe e l’abisso della storia: Debussy Quello che ha visto il vento dell’Ovest è uno dei più sconvolgenti e geniali preludi di Debussy. In un pezzo di pochi minuti l’autore condensa un affresco visionario che rimanda alla poesia (L’ Ode al vento occidentale di Shelley), alla filosofia (Il tramonto dell’Occidente di Spengler), e a temi fondamentali della vita umana come la natura, la storia e le catastrofi. Rovesciando la visione tradizionale del vento come lieto nunzio di primavera o soave confidente del poeta, il pezzo mostra il lato abissale, insondabile e alieno della natura. Debussy mobilita tutte le risorse fisiche e intellettuali del pianista: la musica è animata dal sacro fuoco del virtuosismo che viene da Liszt, ma ha la luce fredda e tagliente dell’arte del Novecento. Debussy, Quello che ha visto il vento dell’Ovest
Tra estasi ed amarezza: Schubert Schubert compone pezzi che sembrano scritti per pochi amici e senza pretese di eternità: questa apparenza umile nasconde però una toccante capacità di andare al fondo delle cose, sospesa tra l’incanto dell’estasi e lo spalancarsi improvviso di abissi senza fondo. Schubert: Improvviso Op. Post. 142 n. 3 in si bemolle maggiore
L’infanzia raccontata: Prokofiev L’infanzia è l’età del fantastico per eccellenza, dei prodigi quotidiani, degli animali parlanti e sapienti. Semplici e oscure, strazianti e dolcissime, le storie di Prokofiev restituiscono un mondo in cui la narrazione ha l’evidenza della verità. Permeate da un ricchissimo immaginario, restituiscono il senso del mistero e lo stupore per le cose che emanano dalle opere dei grandi scrittori russi. Prokofieff: Racconti della vecchia nonna op. 31
La maschera e il labirinto: il romanticismo fantastico di Schumann Papillons op. 2 è un ciclo di dodici pezzi brevi, enigmatici e straordinariamente espressivi: ognuno di essi condensa un intero mondo di figure e sentimenti. Ascoltarli significa avventurarsi in un territorio inesplorato che ha l’aspetto magico e bizzarro dei sogni. Fantasia, immaginazione e sogno si uniscono nel dar vita a delle originalissime “miniature musicali”. I brani di Papillons sono perle irregolari dai riflessi imprevedibili, che ipnotizzano e sconcertano l’ascoltatore. E’ un universo variopinto e toccante, in cui il gioco delle maschere nasconde una rara capacità di andare al cuore delle cose. Schumann: Papillons op. 2