Vi suggeriamo di ascoltare il Notturno di Chopin op. 27 n. 2 in re bemolle maggiore, nella esecuzione di Valentina Lisitsa cliccando qui.
Frédéric Chopin nacque a Zelazowa Wola, vicino a Varsavia, nel 1810; figlio di un oriundo francese, precettore presso la famiglia del conte Skarbek e di una governante di casa Skarbek, dimostrò fin dalla più tenera età di possedere un’eccezionale sensibilità musicale. Quando il padre divenne professore di francese al liceo, la famiglia si trasferì a Varsavia e Chopin fu affidato al violinista e pianista boemo Zwyny, che lo avviò allo studio del pianoforte e della composizione. Le lezioni dello Zwyny, le uniche lezioni di pianoforte ricevute da Chopin, terminarono nel 1822, dopodiché proseguì gli studi pianistici da autodidatta. Continuò, invece, gli studi di composizione al Conservatorio fino al 1829 e nel frattempo scrisse molte pagine tra cui il Rondò op. 1, le Variazioni op. 2 e il Krakoviak op. 14 per pianoforte e orchestra.
Nell’agosto 1829 tenne due concerti a Vienna, con un buon successo; l’anno successivo presentò a Varsavia i suoi due Concerti per pianoforte e orchestra (op. 11 e op. 21), ma ancor più interessanti sono gli Studi composti tra il 1829 e il ’30, poi raccolti nell’op. 10: essi rivelano una tecnica pianistica audacemente innovatrice. Dopo aver suonato nuovamente a Vienna, partì per Parigi con l’intenzione di proseguire per l’Inghilterra; ma avendo esordito nella capitale francese con notevole successo ed essendo divenuto subito amico di Liszt, Mendelsshon, Rossini, Berlioz, Mayerbeer e altri artisti, decise di stabilirsi a Parigi. Qui tenne numerosi concerti nei salotti dell’aristocrazia e iniziò una intensa e fortunata attività di insegnante. La cerchia delle sue amicizie si allargò ben presto ad altri grandi artisti come Bellini, Balzac e Delacroix e le sue composizioni furono recensite favorevolmente da Schumann. Ciò gli diede modo di pubblicare tutto ciò che scriveva presso le più importanti case editrici europee.
L’insegnamento e la composizione furono le attività che Chopin svolse regolarmente fino alla fine della vita, mentre i suoi concerti divennero avvenimenti rari, attesi e seguiti con fanatismo. Nell’estate del 1835, durante un viaggio in Germania, conobbe Maria Wodzínska con cui fu fidanzato segretamente tra il 1836 e il ’37; ma il matrimonio non poté essere celebrato per l’opposizione del padre di lei. Nel 1838 Chopin partì per Maiorca con la scrittrice George Sand con la quale poi visse a Parigi e a Nohant fino al 1847. Nel 1848 Chopin tenne alla Guildhall di Londra il suo ultimo concerto. L’anno seguente la sua salute, già precaria da alcuni anni, subì un definitivo tracollo e morì di tisi polmonare. Ebbe solenni funerali a Parigi dove fu sepolto; il suo cuore, racchiuso in un’urna, fu portato nella chiesa di Santa Croce a Varsavia.
Sebbene la sua produzione non sia molto vasta e comprenda quasi esclusivamente opere per pianoforte, Chopin è considerato uno dei maggiori compositori del suo secolo. Le sue composizioni giovanili sono caratterizzate dall’acquisizione di modelli che Chopin sentiva particolarmente vicini come pianista, quali Hummel, Field, Moscheles, Czerny, Kalkbrenner. La vita musicale di Varsavia, accentrata prevalentemente sul teatro italiano, spiega inoltre l’interesse di Chopin nei confronti di Rossini e la melodia italianeggiante. Un’altra componente fondamentale della formazione di Chopin è da ricercare nel movimento nazionalista polacco; la sua sensibilità per il canto popolare è evidente nella citazione o nel rifacimento di forme come la mazurca e la polacca o l’uso di stilemi nazionali, come nei finali dei due Concerti.
Polacche, Mazurche, Valzer, Notturni si iscrivono tutti nel comune repertorio della Salonmusik, coltivato ininterrottamente da Chopin fin dai precocissimi esordi nei salotti dell’aristocrazia di Varsavia. La produzione musicale chopiniana è concepita, infatti, esclusivamente in funzione della propria attività di strumentista: funzionale perciò in duplice senso, in quello dell’affinamento e progresso del meccanismo strumentale e in quello del soddisfacimento delle aspettative del pubblico.
Nei Notturni, ispirati al recente modello coniato dall’irlandese Field, si trova esaltata la cifra stilistica della melodia accompagnata e quindi naturalmente affine alla vocalità operistica: di essa serba anche la ricchezza dell’ornamentazione e la sua molteplice funzione di decorazione elegante ed espressiva oltre che dimostrazione di bravura.
Un esempio tipico di tale poetica è rappresentato dal Notturno op. 27 n. 2 in re bemolle maggiore, composto intorno al 1834-1835; esso trovò subito un notevole riscontro sia di pubblico che di critica e fu anche uno dei preferiti da Chopin: il musicista polacco non smise mai di tradurre sullo strumento la propria interiorità, coniugando raffinatezza e virtuosismo ammaliante, incanto melodico ed elasticità ritmica, essenzialità classica ed armonie personali e audaci.
Elena Zuccotto