Innanzitutto vi consigliamo di ascoltare, da Children’s Corner, cliccando qui, Serenade for the Doll nell’interpretazione di Edward Rosser e, cliccando qui, Golliwogg’s Cake-walk, nell’interpretazione di Boris Berman.
Claude Debussy, figlio di piccoli commercianti di porcellane, nacque in Francia a Saint-Germain-en-Laye nel 1862. All’età di dieci anni entrò al Conservatorio di Parigi dove studiò pianoforte e composizione. Nel 1884 ottenne il prestigioso Prix de Rome, che lo portò alla ribalta internazionale come compositore, e rimase in Italia fino al 1887. Rientrato a Parigi, prese a frequentare il salotto di Mallarmé e altri ambienti artistici legati al simbolismo e all’impressionismo. S’interessò, nel frattempo, all’opera di Wagner compiendo due viaggi a Bayreuth nel 1888 e nel 1889; fu molto attratto anche dall’arte antiaccademica del compositore russo Musorgskij e dalle musiche giavanesi ascoltate all’Esposizione Universale di Parigi del 1889.
Grazie anche a questi influssi, sviluppò uno stile del tutto personale e innovativo, caratterizzato tra l’altro dall’uso di scale arcaiche e di arabeschi orientaleggianti. Debussy creò così un linguaggio musicale nuovo e per certi versi rivoluzionario. Il primo grande successo arrivò nel 1894 con il poema sinfonico Prélude à l’après-midi d’un faune, ispirato a un componimento di Mallarmé. Ma il vero e proprio rinnovamento dello stile sinfonico avvenne nei tre schizzi sinfonici La mer (1903-05). Nell’estate 1904 abbandonò la moglie Rosalie Texier, che tentò di suicidarsi (e fu salvata per miracolo), e si unì a Emma Moyse, moglie di un ricco banchiere. Ne nacque un grande scandalo, al punto che Debussy ed Emma, nel frattempo incinta di lui, dovettero fuggire in gran segreto in Inghilterra. L’anno successivo Claude ed Emma ottennero il divorzio dai rispettivi coniugi e si sposarono qualche tempo dopo. Nell’autunno nacque una bambina, Claude-Emma, chiamata con il delicato vezzeggiativo di Chouchou.
Debussy pagò a caro prezzo la felicità e l’equilibrio familiare finalmente raggiunti: l’improvvisa rottura con Rosalie ed il suicidio da lei tentato furono infatti giudicati con severità dal mondo parigino, ed alienarono al compositore la maggior parte delle amicizie. Oltre tutto in quegli anni si registravano le prime avvisaglie di quel male che si rivelerà essere un tumore intestinale a lento decorso. Fortunatamente un nuovo soffio di vita gli veniva regalato dalla piccola Chouchou che, giorno dopo giorno, svelava al padre i segreti dell’incantevole mondo dell’infanzia. Debussy fu soggiogato da questo microcosmo e dai tesori in esso racchiusi. Nel 1908 dedicò alla “…chère petite Chouchou avec les tendres excuses de son Père pour ce qui va suivre” una suite per pianoforte, Children’s Corner, (con titoli in inglese perché la bambina stava imparando la lingua con un’istitutrice inglese), i cui singoli brani sono come istantanee della figlioletta colte in sei diversi momenti: fra i suoi giocattoli (Jimbo’s Lullaby, Serenade for the Doll, Golliwogg’s Cake-walk), assorta nelle fantasticherie di un mondo fiabesco (The little Shepherd) o nella contemplazione dei fiocchi di neve (The snow is dancing), ed anche alle prese con le prime fatiche dell’apprendere (Doctor Gradus ad Parnassum).
Debussy organizza una serie di brani musicali in un delizioso esercizio di apparente semplificazione di complicati giochi timbrici disposti in totale libertà. L’acume di Debussy e la delicatezza della sua percezione sensibile facilitarono il suo sguardo acuto sulla dimensione infantile. L’opera non è pensata per essere eseguita da un bambino, ma intende rappresentare in modo poetico il mondo dell’infanzia. Come pure Maurice Ravel in Ma Mère l’Oye, Debussy ha perseguito questo scopo attraverso un raffinamento dei propri mezzi espressivi, ottenendo una scrittura pianistica tersa e sobria. Dal punto di vista tecnico, la suite sembrerebbe più facile di molte altre dello stesso autore (come Estampes o Images), ma rivela allo stesso tempo un’incredibile ricchezza di sfumature timbriche, ritmiche e melodiche. Una buona esecuzione richiede perciò un grande controllo da parte del pianista, chiamato da Debussy ad esplorare ogni possibilità sonora che il piano è in grado di produrre.
Saranno eseguiti e commentati da Emanuele Ferrari due dei sei brani della suite: Serenade for the Doll e Golliwogg’s Cake-walk. La Serenade è l’unico pezzo della raccolta che è stato pubblicato a parte, qualche anno prima, nel 1906. Il pianoforte, così come viene utilizzato in questo brano, pare imitare uno strumento a corde pizzicate, come il mandolino, o uno strumento giocattolo. La sua melodia tenera e sentimentale risponde pienamente al titolo, Serenata per la bambola.
Il cake-walk è una danza di tradizione afro-americana di ritmo sincopato e dall’andamento di marcia, particolarmente importante per le sue influenze sul jazz nascente. Nata nel sud degli Stati Uniti nella seconda metà del XIX secolo, sbarcò in Europa nel 1903 a Parigi, e fece letteralmente impazzire il pubblico: questo ballo proponeva l’imitazione di movimenti di animali da eseguire con gesti davvero poco raffinati e al “ballerino” migliore veniva offerta una focaccia “cake” dal locale. Debussy immagina questa danza ballata da Golliwogg, famoso personaggio di libri per bambini creato alla fine del secolo dall’illustratore americano Florence K. Upton, avente le fattezze di una bambina di colore e diffusissimo anche in forma di pupazzo. La sezione centrale contiene un’ironica citazione di un tema di Tristano e Isotta di Wagner, da eseguirsi “avec une grande émotion“; Golliwogg, infatti, preso dalla malinconia, smette di danzare e canta sulle celebri note wagneriane in un clima ironico quanto delicatamente surreale, intervallato da una successione di accordi staccati che ricordano l’atmosfera clownesca di alcuni preludi di Debussy.
Elena Zuccotto