Innanzitutto vi suggeriamo di ascoltare questo brano musicale nell’interpretazione del pianista Victor Merzhanov, cliccando qui.
Sergej Prokofieff nacque in Ucraina nel 1891, figlio di un agronomo e di un’ottima pianista. Le sue innate doti musicali poterono svilupparsi in un ambiente estremamente favorevole: a sei anni era già capace di dare forma a pensieri musicali; due anni dopo si impegnava a scrivere un’opera sua, Il gigante, ideando da solo soggetto, messa in scena, parole, musica. Nel 1903 si trasferì a San Pietroburgo per frequentare il Conservatorio, dove studiò con Liadov e Rimskij-Korsakov e dove si guadagnò la fama di enfant terrible, diplomandosi in composizione nel 1909. A San Pietroburgo Prokofieff collaborò, come pianista e compositore, alle serate di musica contemporanea ideate da Diaghilev; conobbe Stravinskij e Debussy. Finiti gli studi al Conservatorio nel 1914, Prokofieff compì il suo primo viaggio all’estero: a Londra si arricchì di fresche esperienze (conoscendo Ravel e Strauss); chiamato in Italia da Diaghilev, nel marzo 1915 eseguì all’Augusteo di Roma il suo Secondo Concerto per pianoforte e orchestra. Negli anni di guerra fu in Finlandia, poi a Kiev e a San Pietroburgo come direttore d’orchestra e pianista. Di questo periodo è la stesura dell’opera Il giocatore (1915-16), su libretto tratto da Dostoevskij. Durante l’estate 1916, nei pressi di San Pietroburgo, compose la scintillante, ironica Sinfonia classica, nello stile di Haydn, destinata a diventare una delle sue opere più popolari.
Nel maggio 1918 ottenne il permesso di partire per gli Stati Uniti. Nei quindici anni di volontario esilio (trascorsi in parte in America, in parte in Europa), la sua intensa attività di compositore e di esecutore lo rese famoso in tutto il mondo. Nel 1927 Prokofieff tornò temporaneamente in patria, dove effettuò con esito trionfale un giro di concerti; nell’aprile 1933 decise di ritornarvi definitivamente. A partire da questo momento si dedicò con particolare interesse alla musica per film, stabilendo un sodalizio con il regista Ejzenštein (Aleksandr Nevskij e Ivan il terribile). Parallelamente compose balletti (Romeo e Giulietta, 1935) e fiabe musicali (Pierino e il lupo, 1936) che ne aumentarono la fama e la popolarità.
Spostatosi in Georgia e nel Caucaso durante la Seconda Guerra Mondiale, Prokofieff si dedicò alla composizione delle grandi Sonate per pianoforte, della monumentale Quinta Sinfonia (1944) e dell’opera Guerra e pace dall’omonimo romanzo di Tolstoj (1941-43).
Accusato di formalismo nell’immediato dopoguerra, dovette pronunciare un’umiliante autocritica nel 1948, che non valse però a sciogliere le riserve sovietiche sulle sue ultime opere, nonostante avesse ottenuto riconoscimenti ufficiali (Premio Stalin, Medaglia della bandiera rossa del lavoro e di artista emerito della Repubblica). Morì a Mosca nel 1953 il 5 marzo, lo stesso giorno di Stalin.
Prokofieff cercò sempre di attuare una sintesi tra la grande tradizione russa e le istanze delle avanguardie che caratterizzavano la ricerca europea, instaurando un rapporto dialettico tra la volontà di innovazione e le direttive culturali via via elaborate dal governo sovietico, volte alla piena comprensibilità delle opere musicali. Al pianoforte, di cui Prokofieff fu uno dei sommi interpreti del ’900, dedicò nove Sonate (1907-1953) e cinque Concerti per pianoforte e orchestra (1911-1932), di capitale importanza nella storia del pianoforte novecentesco, oltre ai Sarcasmi op.17, alle Visioni fuggitive op.22 e a varie altre opere. La struttura musicale di Prokofieff sviluppa spesso la dialettica “bitematica” della forma-sonata e fa pensare a un ingranaggio ritmico-melodico inesorabile che, come per magia, si apre di colpo a slanci lirici.
I Racconti della vecchia nonna op.31 furono composti a New York nel 1918, durante il primo anno di esilio autoimposto dalla Russia, e lì furono eseguiti per la prima volta da Prokofieff stesso il 7 gennaio 1919. Sono quattro pezzi (Moderato, Andantino, Andante assai, Sostenuto) a cui l’autore reca un’epigrafe: “Qualche ricordo nella sua mente si era mezzo cancellato, ma altri non si cancelleranno mai”.
L’immaginario fantastico delle fiabe per bambini contiene allo stesso tempo meraviglia e orrore, luci e ombre; in questi quattro pezzi per pianoforte Prokofieff ci mostra, attraverso il suo più efficace e intimo lirismo, tutti gli aspetti anche inquietanti del mondo narrativo infantile.
Elena Zuccotto