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Igor Strawinsky nacque nel 1882 ad Oranienbaum, nei pressi di San Pietroburgo, figlio di un rinomato cantante. Nonostante avesse cominciato lo studio del pianoforte a nove anni, Strawinsky non fu un enfant prodige. I suoi studi regolari di musica partirono anzi molto tardi, quando, già avviato agli studi universitari per conseguire la laurea in legge, incontrò Rimskij-Korsakov che accettò di prenderlo, a ventitré anni, tra i suoi allievi di composizione. Il periodo di studi con Rimskij-Korsakov durò fino alla morte del maestro, avvenuta nel 1908. Nell’inverno dello stesso anno, Strawinsky venne presentato a Sergej Diaghilev; questi, dopo aver ascoltato alcune delle sue composizioni in un concerto, intuì subito il talento del giovane musicista e gli affidò la strumentazione di due pezzi di Chopin per il balletto Les Sylphides, che venne allestito nella prima stagione dei Balletti russi a Parigi nel maggio 1909. Per la stagione successiva, Diaghilev non esitò ad affidare a Strawinsky la composizione di un intero balletto: nacque così L’uccello di fuoco, presentato a Parigi il 25 giugno 1910 con grande successo. Seguirono poi altri due capolavori: Petrouschka (1911) e La sagra della primavera (1913) che, suscitando interesse, scalpore e addirittura scandalo, portarono Strawinsky alla fama internazionale e a un posto di primo piano nell’avanguardia parigina. In questi sensazionali balletti, Strawinsky tende a spostare gli accenti ritmici dalle posizioni in cui, condizionati dalla tradizione, ce li aspettiamo, per cui il materiale folcloristico russo utilizzato si distribuisce in forme di sorprendente asimmetria. Anche l’uso della politonalità contribuisce a sortire un effetto dirompente sull’ascoltatore.
Nel 1914 Strawinsky abbandonò San Pietroburgo per stabilirsi in Svizzera, a Morges, sul lago di Ginevra, dove compose Renard (1916) e l’Histoire du Soldat (1918), due importanti esempi di opera da camera che influenzarono molti musicisti del primo Novecento. L’incontro con la musica afro-americana, che Strawinsky non conosceva prima dell’Histoire du Soldat, produsse lavori di ispirazione jazzistica come Ragtime per undici strumenti (1918) e Piano Rag-Music (1919); per inciso, Strawinsky sosterrà di aver ideato ritmi sincopati prima del jazz stesso.
Negli anni ’20 il musicista diede inizio a una lunga serie di parodie spesso definite “neoclassiche”: i principi di questo stile derivano probabilmente dalla metodologia formalista russa, secondo la quale ogni linguaggio nasce dalla frantumazione di quello vecchio e ogni opera d’arte viene creata come antitesi o come parallelo di qualche modello. Nel balletto Pulcinella (1919-20) Strawinsky rielabora pagine di Pergolesi, disturbando però gli automatismi percettivi dell’ascoltatore, assuefatto alle formule della musica del Settecento, attraverso i suoi tipici accenti spostati e le dispettose dissonanze. Passando attraverso Sinfonie per strumenti a fiato (1920), scritte in memoria di Debussy, l’opera buffa in un atto Mavra (1922) e Les noces (1923), balletto per soli, quattro pianoforti e percussione, dove ancora permangono elementi russi, si giunge così alle opere neoclassiche in piena regola, quali il Concerto per pianoforte e orchestra (1929), il balletto Apollon musagète (1928) e l’oratorio Oedipus Rex (1927).
L’unica opera teatrale di grandi dimensioni è The Rake’s Progress (La carriera di un libertino), 1948-51, opera in tre atti che rappresenta il culmine del paradosso neoclassico strawinskiano: gli ammiccamenti allo stile settecentesco giungono ad utilizzare i recitativi secchi al clavicembalo. L’opera, allestita alla Fenice di Venezia l’11 settembre 1951, suscitò molto scalpore. Ma la carriera di Strawinsky non si concluse così: egli sorprese infatti il mondo musicale aderendo tardivamente a una tecnica molto lontana da lui per cultura come la dodecafonia. Alla fine di uno sviluppo creativo iniziato con il magico oriente di Rimskij-Korsakov, Strawinsky giunge così a Webern, proiettandolo nella dimensione arcaica a lui connaturata, soprattutto nelle ultime opere, con riferimenti all’Ars Antiqua e ai polifonisti rinascimentali.
Sin dal 1935 Strawinsky aveva pubblicato le proprie memorie (Croniques de ma vie); di poco successiva è la Poétique musicale (1942), sintesi delle lezioni da lui tenute nel 1939 all’università di Harvard, in cui è definita la sua personale estetica. Egli prende definitiva distanza dallo psicologismo ottocentesco e dalla musica a programma, sostenendo che la musica non esprime altro che se stessa.
Lo scoppio della guerra indusse Strawinsky a rimanere negli Stati Uniti, prendendo prima dimora a Los Angeles, trasferendosi poi a Hollywood e ottenendo nel 1945 la cittadinanza statunitense. Ritornò frequentemente in Europa per dirigervi concerti di musiche proprie. Nel 1962 fu invitato anche in Unione Sovietica dove diresse, suscitando entusiasmi, concerti a Mosca e Leningrado. Inattivo negli ultimi anni di vita, morì quasi novantenne a New York e volle essere sepolto a Venezia, accanto alla tomba di Diaghilev.
Il Tango del 1940 è stato il primo lavoro composto interamente in America. Originariamente concepito per pianoforte, è stato successivamente riscritto e riarrangiato per ensemble e per violino e pianoforte sia da Strawinsky che da altri musicisti, soprattutto dopo la sua morte. Il compositore russo sembra qui riuscire a cogliere la vera essenza della danza argentina, velata di stanca malinconia e disillusione sulle sorti del mondo.
Elena Zuccotto